Mag 162016
 

Benjamin Franklin Parkway Messa 1

 

«L’educazione dei figli è impresa per adulti disposti ad una dedizione che dimentica se stessa: ne sono capaci marito e moglie che si amano abbastanza da non mendicare altrove l’affetto necessario.
Il bene dei vostri figli sarà quello che sceglieranno: non sognate per loro i vostri desideri. Basterà che sappiano amare il bene e guardarsi dal male e che abbiano in orrore la menzogna. Non pretendete dunque di disegnare il loro futuro; siate fieri piuttosto che vadano incontro al domani con slancio anche quando sembrerà che si dimentichino di voi.
Non incoraggiate ingenue fantasie di grandezza, ma se Dio li chiama a qualcosa di bello e di grande, non siate voi la zavorra che impedisce di volare. Non arrogatevi il diritto di prendere decisioni al loro posto, ma aiutateli a capire che bisogna decidere, e non si spaventino se ciò che amano richiede fatica e fa qualche volta soffrire: è più insopportabile una vita vissuta per niente.
Più dei vostri consigli li aiuterà la stima che hanno di voi e la stima che voi avete di loro; più di mille raccomandazioni soffocanti, saranno aiutati dai gesti che videro in casa: gli affetti semplici, certi ed espressi con pudore, la stima vicendevole, il senso della misura, il dominio delle passioni, il gusto per le cose belle e l’arte, la forza anche di sorridere. E tutti i discorsi sulla carità non mi insegneranno di più del gesto di mia madre che fa posto in casa per un vagabondo affamato; e non trovo gesto migliore per dire la fierezza di essere uomo di quando mio padre si fece avanti a prendere le difese di un uomo ingiustamente accusato.
I vostri figli abitino la vostra casa con quel sano trovarsi bene che ti mette a tuo agio e ti incoraggia anche ad uscire di casa, perché ti mette dentro la fiducia in Dio e il gusto di vivere bene.»

C.M.Martini – Sette dialoghi con Ambrogio

 

Vorrei questo: genitori adulti, consapevoli che quello che stanno vivendo è un’impresa. Mettere al mondo qualcuno è quanto di più naturale ci sia. Renderlo uomo, beh non ha niente di naturale. È qualcosa di soprannaturale che passa attraverso i gesti del quotidiano. “Non saprei dire se ci sia un gesto più efficace di mio padre che incomincia le preghiere […]; la vita dei figli sarà segnata per sempre dal modo con cui la madre accoglieva i bambini e sosteneva le fatiche per crescerli”.

C’è una grandezza che passa dall’infinitamente piccolo, ci sono valori eterni ed enormi che vengono interiorizzati per osmosi giorno dopo giorno, grazie ai gesti di noi adulti. Questo vorrei chiedere ai genitori che mi sfilano davanti, incontro dopo incontro e riunione dopo riunione. Cosa stai dando a tuo figlio di grande? Di bello? Quali valori gli stai insegnando per i quali vale la pena lottare? E per i quali vale la pena giocarsi in tutto e per tutto?

I nostri figli percepiscono la limpidezza e l’inesauribile mistero della vita, insieme con la sua fragilità e la spaventosa possibilità del male, attraverso i nostri discorsi, le nostre reazioni e ancor più grazie ai nostri gesti che diventano segni. Segni di qualcosa di più grande. Appunto: Sei forte abbastanza per l’amore ordinario? Perché è nell’ordinario che i nostri figli ci chiedono semi e segni di eternità. Cosa stai insegnando loro ad amare?

Maco

Set 202011
 


Nella cultura anglosassone, il “Best Man” (letteralmente “miglior uomo”) ha il compito di assistere lo sposo durante la cerimonia e i festeggiamenti e soprattutto tenere un discorso augurale per la coppia, seguito da un brindisi finale. Questo ruolo si deve riservare ad un fratello, o meglio ancora all’amico maschio più vicino allo sposo.
Da noi non si usa, ma dobbiamo riconoscere che le nostre “feste” non è che abbiano poi questo gran cerimoniale! Sarà perché puntiamo all’essenziale? Non so… Forse dobbiamo ammettere che se non facciamo troppe cerimonie è semplicemente perché non abbiamo molto da dire.

Se nell’ultimo matrimonio ci siamo reinventati il “Best Man” è perché c’era di mezzo una grande amicizia e in qualche modo questa cosa la si doveva dire! L’amico dello sposo aveva già messo a punto “l’addio al celibato”, già svolto la sua parte di testimone in Chiesa, già girato un video sugli sposi da vedere dopo pranzo, ma alcuni di noi l’hanno preso da parte e investito di questo ennesimo compito: “devi fare il discorso del Best Man”.
Già sapevamo che le parole sarebbero suonate autentiche, venendo fuori senza fatica: niente fronzoli, niente oratoria, solo un po’ di umorismo per non farsi travolgere dall’emozione: insomma, è tutto vero!
Vero di quella bellezza di cui brilla l’amicizia, merce rara e per questo preziosa.
E’ l’amicizia che sa tirar fuori il meglio di noi, e per questo ci rende uomini migliori.
In pochi sanno che il famoso detto: “chi trova un amico trova un tesoro” proviene dalla Bibbia (Siracide 6,14).
Durante il matrimonio, già felice della gioia degli sposi, me ne stavo lì assorto, aggiungendo a questa emozione qualcosa in più: la certezza che anche solo “vedere” due amici è trovare un tesoro.

Grazie amici!