«L’educazione dei figli è impresa per adulti disposti ad una dedizione che dimentica se stessa: ne sono capaci marito e moglie che si amano abbastanza da non mendicare altrove l’affetto necessario.
Il bene dei vostri figli sarà quello che sceglieranno: non sognate per loro i vostri desideri. Basterà che sappiano amare il bene e guardarsi dal male e che abbiano in orrore la menzogna. Non pretendete dunque di disegnare il loro futuro; siate fieri piuttosto che vadano incontro al domani con slancio anche quando sembrerà che si dimentichino di voi.
Non incoraggiate ingenue fantasie di grandezza, ma se Dio li chiama a qualcosa di bello e di grande, non siate voi la zavorra che impedisce di volare. Non arrogatevi il diritto di prendere decisioni al loro posto, ma aiutateli a capire che bisogna decidere, e non si spaventino se ciò che amano richiede fatica e fa qualche volta soffrire: è più insopportabile una vita vissuta per niente.
Più dei vostri consigli li aiuterà la stima che hanno di voi e la stima che voi avete di loro; più di mille raccomandazioni soffocanti, saranno aiutati dai gesti che videro in casa: gli affetti semplici, certi ed espressi con pudore, la stima vicendevole, il senso della misura, il dominio delle passioni, il gusto per le cose belle e l’arte, la forza anche di sorridere. E tutti i discorsi sulla carità non mi insegneranno di più del gesto di mia madre che fa posto in casa per un vagabondo affamato; e non trovo gesto migliore per dire la fierezza di essere uomo di quando mio padre si fece avanti a prendere le difese di un uomo ingiustamente accusato.
I vostri figli abitino la vostra casa con quel sano trovarsi bene che ti mette a tuo agio e ti incoraggia anche ad uscire di casa, perché ti mette dentro la fiducia in Dio e il gusto di vivere bene.»
C.M.Martini – Sette dialoghi con Ambrogio
Vorrei questo: genitori adulti, consapevoli che quello che stanno vivendo è un’impresa. Mettere al mondo qualcuno è quanto di più naturale ci sia. Renderlo uomo, beh non ha niente di naturale. È qualcosa di soprannaturale che passa attraverso i gesti del quotidiano. “Non saprei dire se ci sia un gesto più efficace di mio padre che incomincia le preghiere […]; la vita dei figli sarà segnata per sempre dal modo con cui la madre accoglieva i bambini e sosteneva le fatiche per crescerli”.
C’è una grandezza che passa dall’infinitamente piccolo, ci sono valori eterni ed enormi che vengono interiorizzati per osmosi giorno dopo giorno, grazie ai gesti di noi adulti. Questo vorrei chiedere ai genitori che mi sfilano davanti, incontro dopo incontro e riunione dopo riunione. Cosa stai dando a tuo figlio di grande? Di bello? Quali valori gli stai insegnando per i quali vale la pena lottare? E per i quali vale la pena giocarsi in tutto e per tutto?
I nostri figli percepiscono la limpidezza e l’inesauribile mistero della vita, insieme con la sua fragilità e la spaventosa possibilità del male, attraverso i nostri discorsi, le nostre reazioni e ancor più grazie ai nostri gesti che diventano segni. Segni di qualcosa di più grande. Appunto: Sei forte abbastanza per l’amore ordinario? Perché è nell’ordinario che i nostri figli ci chiedono semi e segni di eternità. Cosa stai insegnando loro ad amare?
Maco