Nov 182017
 

 

Sono un uomo di speranza

Sono un uomo di speranza
perché credo che Dio
è nuovo ogni mattina.

Sono un uomo di speranza
perché credo che lo Spirito Santo
è all’opera nella Chiesa e nel mondo.

Sono un uomo di speranza
perché credo che lo Spirito Creatore
dà a chi lo accoglie una libertà nuova
e una provvista di gioia e di fiducia.

Sono un uomo di speranza
perché so che la storia della Chiesa
è piena di meraviglie.

Sperare è un dovere, non un lusso.
Sperare non è sognare,
ma è la capacità di trasformare
un sogno in realtà.

Felici coloro che osano sognare
e che sono disposti a pagare il prezzo
più alto perché il loro sogno prenda corpo
nella vita degli uomini.

Léon Joseph card. Suenens

 

Ci sono mattine, mentre percorro la SS per andare al lavoro, dove tutto sembra sia stato lucidato e tirato a nuovo. Sono soprattutto quelle mattine di cieli tersi, prati e boschi bagnati dalla rugiada notturna. Da una parte in lontananza il Resegone e dall’altra il Cornizzolo che velocemente si avvicina. Anche il lago sembra da cartolina ( ops, da selfie). Tutto mi lascia stupito e meravigliato. È bello.

Ieri mi è successo ancora una volta e mi è venuta in mente una breve citazione da La provincia dell’uomo di Elias Canetti: Nell’eternità tutto è inizio, mattino profumato. Sarà così, davvero. Dio sarà nuovo ogni mattina e avremo sempre attorno a noi il profumo degli inizi.

Maco

Mar 142017
 

But I was late for this, late for that,
late for the love of my life
And when I die alone, when I die alone,
when I die I’ll be on time

(Ma sono arrivata tardi per questo, tardi per quello,
tardi per l’amore della mia vita

E quando morirò da sola, quando morirò da sola,
quando morirò sarò puntuale)

The Lumineers – Cleopatra

 

Non meno importante della benedizione divina, però, è ciò che avviene in seguito: «E lo spirito del Signore cominciò a vibrare in lui nel campo di Dan, fra Zorah ed Eshtaol».
Cos’è esattamente questo «spirito del Signore»? Un senso del proprio destino, della propria missione, o un fremito di intima ispirazione? Il verbo ebraico lefaem, «battere, palpitare», evoca chiaramente le pulsazioni del cuore che aumentano di intensità nei momenti di grande emozione. E questo suono, ripetuto e inquieto, sembrerà scaturire dal corpo di Sansone e dalla sua anima in ogni momento della sua vita. […]
Una lettura testuale del brano biblico rivela però che a risvegliare quel «palpito» non era un senso di ispirazione o di missione ma qualcosa di molto diverso e sorprendente. Cosa fa infatti Sansone nel momento in cui lo spirito divino vibra in lui? Raccoglie un esercito per salvare il suo popolo dai filistei? Cerca sostegni politici all’interno della tribù? Si reca a chiedere la benedizione e l’appoggio del grande sacerdote? No e poi no: Sansone si risveglia all’amore. «Sansone scese a Timnata e vide una donna, figlia di filistei.»
Il giovane torna a casa, a Zorah, da suo padre e sua madre: «Ho visto a Timnata una donna filistea. Or dunque, prendetemela per moglie», dice. E nonostante non pronunci la parola «amore», quella frase lascia trapelare la fermezza e la forza dei sentimenti che gli si agitano dentro.

David Grossman – Il miele del leone

 

Il libro di Grossman è una piccola sorpresa ogni volta che lo rileggo. Sansone riprende vita e si scrolla di dosso l’aura da fiaba per bambini che sempre fa capolino dentro di me quando lo penso.Uomo inquieto, in cui però lo Spirito di Dio è così presente da essere percepito come qualcosa di fisico.Un uomo solo, alla continua ricerca di qualcuno da amare e da cui essere ricambiato, ma comunque condannato dal tradimento di chi gli sta vicino.

Come non amarlo?

 Maco

Mar 042017
 

 

Svegliati, tu che dormi, […] e il Cristo ti illuminerà
Efesini 5,14

“L’inferno, l’inferno vero, è la nostra unica speranza. Togliamolo di mezzo e diventeremo una terra desolata del tutto, non solo in parte. Il peccato è una gran cosa fintanto che lo si riconosce. Conduce a Dio un buon numero di persone che altrimenti non lo raggiungerebbero. Ma se si smette di riconoscerlo (il peccato) o se lo si toglie al diavolo in quanto diavolo e lo si dà al diavolo in quanto psicologo, si toglie allora anche Dio. Se non c’è peccato in questo mondo non c’è Dio in cielo. Niente cielo. A alcuni andrebbe anche bene così.”

Flannery O’Connor – Diario di preghiera

 

A volte sbagliamo e ci ritroviamo confusi, lontani da quello che dovrebbe essere il sentiero giusto. Basta poco, un piccolo slittamento, una svista, un bivio errato, un indicazione sbagliata.

Sul Cammino di Santiago ho imparato una semplice verità. Mi ero perso, era mattino presto, col buio, solo, ho preso un sentiero sbagliato. Se avessi continuato probabilmente starei ancora girando nelle valli della Galizia in cerca di funghi per sopravvivere.

Allora ho fatto l’unica cosa sensata, anche se ho dovuto mortificare il mio orgoglio (una volta di più), riconoscere l’errore commesso e accettare di avere sprecato energie preziose. Mi sono fermato, ho girato i tacchi e me ne sono tornato indietro, fino al sentiero principale. Da lì ho ripreso il cammino giusto verso il Botafumeiro.

Mi ricordo ancora il pensiero che mi sfiorò allora: è lo stesso nel mio rapporto con Dio. Succede che per inerzia, disattenzione, per pigrizia o per i miei peccati, mi allontani da Dio. C’è allora solo una cosa che posso fare: svegliarmi, riconoscere di essere fuori strada e ricominciare da dove ho sbagliato, confessandomi.

Riconoscere l’ errore, confessarlo e ricominciare, giorno dopo giorno, ad edificare la mia anima.

Maco

Mag 162016
 

Benjamin Franklin Parkway Messa 1

 

«L’educazione dei figli è impresa per adulti disposti ad una dedizione che dimentica se stessa: ne sono capaci marito e moglie che si amano abbastanza da non mendicare altrove l’affetto necessario.
Il bene dei vostri figli sarà quello che sceglieranno: non sognate per loro i vostri desideri. Basterà che sappiano amare il bene e guardarsi dal male e che abbiano in orrore la menzogna. Non pretendete dunque di disegnare il loro futuro; siate fieri piuttosto che vadano incontro al domani con slancio anche quando sembrerà che si dimentichino di voi.
Non incoraggiate ingenue fantasie di grandezza, ma se Dio li chiama a qualcosa di bello e di grande, non siate voi la zavorra che impedisce di volare. Non arrogatevi il diritto di prendere decisioni al loro posto, ma aiutateli a capire che bisogna decidere, e non si spaventino se ciò che amano richiede fatica e fa qualche volta soffrire: è più insopportabile una vita vissuta per niente.
Più dei vostri consigli li aiuterà la stima che hanno di voi e la stima che voi avete di loro; più di mille raccomandazioni soffocanti, saranno aiutati dai gesti che videro in casa: gli affetti semplici, certi ed espressi con pudore, la stima vicendevole, il senso della misura, il dominio delle passioni, il gusto per le cose belle e l’arte, la forza anche di sorridere. E tutti i discorsi sulla carità non mi insegneranno di più del gesto di mia madre che fa posto in casa per un vagabondo affamato; e non trovo gesto migliore per dire la fierezza di essere uomo di quando mio padre si fece avanti a prendere le difese di un uomo ingiustamente accusato.
I vostri figli abitino la vostra casa con quel sano trovarsi bene che ti mette a tuo agio e ti incoraggia anche ad uscire di casa, perché ti mette dentro la fiducia in Dio e il gusto di vivere bene.»

C.M.Martini – Sette dialoghi con Ambrogio

 

Vorrei questo: genitori adulti, consapevoli che quello che stanno vivendo è un’impresa. Mettere al mondo qualcuno è quanto di più naturale ci sia. Renderlo uomo, beh non ha niente di naturale. È qualcosa di soprannaturale che passa attraverso i gesti del quotidiano. “Non saprei dire se ci sia un gesto più efficace di mio padre che incomincia le preghiere […]; la vita dei figli sarà segnata per sempre dal modo con cui la madre accoglieva i bambini e sosteneva le fatiche per crescerli”.

C’è una grandezza che passa dall’infinitamente piccolo, ci sono valori eterni ed enormi che vengono interiorizzati per osmosi giorno dopo giorno, grazie ai gesti di noi adulti. Questo vorrei chiedere ai genitori che mi sfilano davanti, incontro dopo incontro e riunione dopo riunione. Cosa stai dando a tuo figlio di grande? Di bello? Quali valori gli stai insegnando per i quali vale la pena lottare? E per i quali vale la pena giocarsi in tutto e per tutto?

I nostri figli percepiscono la limpidezza e l’inesauribile mistero della vita, insieme con la sua fragilità e la spaventosa possibilità del male, attraverso i nostri discorsi, le nostre reazioni e ancor più grazie ai nostri gesti che diventano segni. Segni di qualcosa di più grande. Appunto: Sei forte abbastanza per l’amore ordinario? Perché è nell’ordinario che i nostri figli ci chiedono semi e segni di eternità. Cosa stai insegnando loro ad amare?

Maco