Almeno un giorno di resurrezione
Pasqua da sogno. Daresti la vita per ritrovarti una volta a tavola con tutti quelli che hai amato. I presenti, gli assenti, i lontani.
Un permesso pasquale, un giorno solo di resurrezione. E non importa che avreste poco o nulla da dirvi e che restereste senza parole, sorpresi e stregati di ritrovarvi insieme, vivi. Non vi direste nulla perché vorreste dirvi troppo, presi dalla voglia di vedervi, di toccarvi.
Le sole presenze parlerebbero al vostro posto. Stupiti di esserci. A ciascuno non chiederesti nulla: ti basterà sapere che ci sono, semplicemente sono.
Inviteresti solo a riprendere il posto di sempre a tavola, anche tu mamma siediti per favore, non stare sempre in piedi. Tutti insieme, com’era nel pranzo pasquale.
Ti basterebbe guardarli e vedere che tra voi vi guardate e di ciascuno sentite la grazia del ritorno. A fianco,a mangiare lo stesso pane con le movenze di sempre, i passaggi di bottiglie e pietanze, il lento scrosciare di mescite, il mormorio di posate che toccano i piatti.
E labbra che si aprono a sorsi, masticazioni più lente, come a gustare il miracolo di stare insieme. Fuori il tempo cambia, prima il sole poi la pioggia,quindi un vento che batte sui vetri, venuto dal mare.
Ma dentro il tempo non vi tocca, scivola fuori e non vi riguarda.
Per ciascuno di loro daresti la vita, figuriamoci per averli tutti insieme, seppure solo per un pranzo, rubato al tempo, sfuggito al passato.
Passeresti quell’ora come un estratto d’eternità. E te ne andresti sazio, nella pienezza dell’incontro.
Felice come una Pasqua.
Marcello Veneziani
Per coloro che amo. I presenti, gli assenti, i lontani.
Maco