Mar 292023
 

Oh, shine your light (oh, shine your light)

Oh, shine a light (oh, shine your light)

Then I know that in the darkness I’m alright (I’m alright)

See there’s no sun rising, but inside I’m free

‘Cause the Lord will shine a light for me (shine your light on me)

Oh, the Lord will shine a light on me (shine your light on me)

Coldplay – Broken

A volte abbiamo la sensazione di avere come un macigno sulle spalle. Che continua a trascinarci verso il basso. È come se sull’anima gravasse un peso che solo Atlante potrebbe portare. Eppure… eppure c’è sempre quel desiderio di rialzare lo sguardo e fissare gli occhi nello sguardo di Dio. La Quaresima ci aiuta anche in questo: a sgravarci da questo peso spirituale che a volte sembra inaridire i nostri cuori. Da sempre, e giustamente, alla Quaresima è associato il tema della mortificazione. Fra i tanti strumenti a disposizione per vivere bene la Quaresima mi sento di condividerne due con voi:

  • Inginocchiarci, e rimettere tutto nelle mani di Dio
  • Confessarci, e ricominciare a camminare spediti

In entrambi i casi sarà il nostro orgoglio a farne la spesa. Ed è giusto così: pensiamo di essere chissà chi, ma senza Dio siamo nulla e la nostra storia non ha senso.

Un’ultima osservazione: spesso alla Quaresima viene associato anche il tema del deserto perchè legato al brano delle tentazioni della prima Domenica e anche per una consonanza d’immagini interiori ed esteriori: il deserto come luogo dove ci si spoglia di tutto ciò che è superfluo, materialmente e spiritualmente. Ma in realtà credo che dobbiamo tenere presente anche questa qualità del deserto (penso a quello d’Israele): non è terra condannata in eterno alla sterilità. Al contrario: Isaia profetizzava il deserto e la terra arida si rallegreranno, la solitudine gioirà e fiorirà come la rosa; si coprirà di fiori e festeggerà con gioia e canti di esultanza. Come il deserto, così anche la nostra vita ha in sé tutta questa enorme potenzialità: dobbiamo solo avere la pazienza e la forza di lavorare la nostra anima per renderla anche quest’anno un giardino di gioia e canti.

Maco

Ott 182022
 

Si è vecchi quando domani è già ieri
Arthur Journo

Mi sono imbattuto di recente in questa frase, tratta dal diario di A.J. pubblicato con il titolo “il ribelle”.
Non so se capita anche a voi, ma a volte certe parole e soprattutto certe frasi di un respiro un po’ più ampio, girano come foglie autunnali nella testa, posandosi qua e là su quel che viviamo, a volte per restare definitivamente incollate sul terreno di certi avvenimenti, altre per essere di nuovo sollevate nel vento e portate da qualche altra parte.
Nell’aria pesante di questa settimana, in cui le nubi dense di una guerra sempre più delirante si accumulano all’orizzonte, queste parole si sono posate nel fango di certezze sempre più fragili e sempre più balbettate, come quella di un mondo illuminato dalla ragione, o anche solo dall’esperienza.
Invece della speranza e della fiducia, si fanno strada domande sempre più pressanti e inclementi: noi, civiltà matura e consapevole del passato, abbiamo davvero imparato qualcosa dalla storia? Oppure saremo sempre destinati a compiere gli stessi errori?
“We never change. Do we?” recita un brano dei Coldplay in una canzone malinconica come quando si scioglie la neve: “non cambiamo mai! Non è vero?”.

Arthur Juno visse lo strazio della guerra e dei pogrom: una vita che fu letteralmente un difficile cammino verso la terra promessa. Che cosa intendeva dire affermando che si è vecchi “quando il domani è già ieri”?
Forse indicava quello stato d’animo di cui parla Vasco, in un brano che racconta di quando uno ha smesso di credere nel domani e nelle sue possibilità:


“Ed ora che del mio domani non ho più la nostalgia,
ci vuole sempre qualcosa da bere, ci vuole sempre vicino il bicchiere”.

Vasco Rossi, Stupendo

Il domani è già ieri quando diciamo “ormai ho già visto tutto quello che c’era da vedere”, “ormai so tutto quello che c’era da sapere”.
Se per noi le cose sono sempre le stesse, se pensiamo che il domani sia già scritto nel perpetuarsi degli errori di ieri, non significa che oggettivamente non c’è speranza, ma che noi non la sappiamo trovare perchè siamo già vecchi dentro, indipendentemente dall’età biologica delle nostre cellule.
Ebbene: questo non è un paese per vecchi! il mondo è un posto per gente che guarda al domani rendendosi conto di avere sempre gli strumenti e le possibilità per cambiarlo.

Oggi, io parto da qui.

dAle

Mar 102019
 

I’ve been
reading books of old
The legends and the myths
Achilles and his gold
Hercules and
his gifts
Spiderman’s control
And Batman with his fists
And clearly I don’t see myself upon that list

She said “Where’d you wanna go?
How much you wanna risk?
I’m not looking for somebody
With some superhuman gifts
Some superhero
Some fairytale bliss
Just something I can turn to
Somebody I can kiss”

Ho letto vecchi libri di leggende e i miti
Achille e il suo oro
Ercole e i suoi doni
l’Uomo Ragno e il suo controllo
e Batman con i suoi pugni
e ovviamente non mi vedo in quella lista

Lei ha detto: “Dove vuoi andare?
Quanto vuoi rischiare?
Non sto cercando qualcuno
con qualche capacità sovrumana
qualche supereroe
qualche felicità da favola
solo qualcuno su cui possa fare affidamento
qualcuno che io possa baciare”

Coldplay – Something Just Like This

È iniziato il tempo del grande deserto e questo mi riempie di gioia. La liturgia ambrosiana prevede che i vangeli delle domeniche quaresimali siano sempre gli stessi, anno dopo anno, tanto che danno il nome alle domeniche stesse (“della Samaritana”, “d’Abramo”, “del Cieco nato”, “di Lazzaro”). Potrebbe sembrare strano ma tutto questo alimenta le mie aspettative. È come se stessi per tornare in un luogo vecchio ma sempre nuovo, da riscoprire. Come seguire nel bosco un vecchio sentiero poco battuto che so mi condurrà in un bel posto.

Ogni anno mi immergo in questa piscina antica piena di acqua fresca da cui riemergo più giovane e più pulito. È una sfida, perché i digiuni non sono mai facili da mantenere fino alla fine, sia quelli legati al cibo sia quelli legati alle cose. Eppure la quaresima serve a ribadire anche questo: con meno cose, cammini più leggero. Mi è tornato alla mente un piccolo brano tratto da Le anime morte di Gogol’:“Prima, tanto tempo fa, negli anni della mia giovinezza, negli anni della mia infanzia, scivolata via senza ritorno, mi riempiva d’allegrezza arrivare per la prima volta in un luogo sconosciuto”. Per me è ancora così: sto per vivere un tempo nuovo che nella sua saggezza secolare mi accompagnerà in luogo sconosciuto pieno di gioia (una nuova Pasqua), capace di trasformarmi.

Non è un cammino per pochi, per degli iniziati o per supereroi. Tutti siamo invitati a compierlo perché come ci ricorda don Marco Navoni: “Oggi per noi, che abbiamo ricevuto il battesimo nei primi giorni della nostra vita, le cose non sono sostanzialmente cambiate: vivere ogni anno la Quaresima come riscoperta del battesimo e delle esigenze che da esso derivano, è condizione necessaria non tanto per diventare cristiani (visto che almeno anagraficamente lo siamo già), ma per esserlo effettivamente e soprattutto per restarlo”.

Ok, vado a prepararmi per il deserto, e spero sarò in buona compagnia.

Maco