Ci scambiavamo innocenza con innocenza:
ignoravamo la dottrina del male, senza nemmeno
sognare che qualcuno lo facesse.
Shakespeare – Il racconto d’inverno
Due film che mi sono piaciuti, ma che mi hanno fatto anche riflettere. Sono due film violenti, non certo per un pubblico troppo giovane. Il regista di entrambi è Denis Villeneuve, canadese trapiantato nel linguaggio filmico americano. Tralascio ogni commento o recensione cinematografica e cerco invece di spiegare perché mi hanno colpito.
In Prisoners mette in scena il terrore più grande di ogni padre e fotogramma dopo fotogramma mi sono trovato a chiedermi “ e io, arriverei a tanto per le mie figlie?”. C’è qualcosa di disturbante nel film, per un padre molto più credo che per altri. Per quanto uno si prepari e stia attento, l’imponderabile può accadere: e allora fino a dove sono disposto a sporcare il mio cuore?
Nell’altro film, Sicario, è ancora la percezione di uno mondo terribile e così impregnato di violenza ma al contempo vicino e mescolato a quello che noi consideriamo normalità, a lasciarmi disturbato. E anche qui la domanda é simile: quali sono i limiti per la forza nell’arginare la violenza? “ Trasferisciti in una città piccola, dove le leggi hanno ancora un senso. Qui non sopravvivrai. Non sei un lupo. E questa ormai è terra di lupi ” dice Alejandro a Kate.
Sono due film belli, aldilà della loro crudezza, o forse proprio per questo loro carattere inquietante. La violenza ci pervade e basta guardare un telegiornale ogni tanto per accorgercene. Ma come al solito, se le notizie ormai non mi colpiscono più, di sicuro una storia ben raccontata è capace di tenermi sveglio, anche se è tarda sera.
Maco