Bianca come il latte, rossa come il sangue

Ho appena finito di leggere un libro che ne valeva la pena.
Inutile farne una recensione: per quella c’è google e ti fai un’idea dove vuoi tu.
Scelgo un raggio gamma, uno tra mille che questa lettura mi ha inviato.
Rilancio il raggio e ci scrivo un mio pensiero.
Ecco qua:

La vita è un’interrogazione fatta per estorcerti una verità che non sai
e che farai finta di ricordare pur di non soffrire ancora…
fino a convincerti di quella menzogna,
dimenticando che l’hai inventata tu.

E’ Leo che parla: il personaggio principale. Prima superiore.
Niente male dare 15 anni di vita all’autore di una frase così!
Significa riconoscere che la fede è giovane! Infatti di cosa parla questo libro se non del cammino di fede di un ragazzo di prima superiore? Fede e amore.
E’ la stessa cosa.
Ma i dubbi non dovrebbero essere l’opposto della fede? Leo non sta forse gridando il suo agnosticismo? Non sta dicendo forse che le risposte sono menzogna?
Leo sta cominciando il suo cammino, proprio col rifiutare ogni finta verità. Attraverso questo grido, clamorosamente, Leo ci azzecca, perché la fede non è un sistema di certezze! Non è una risposta fasulla, inventata per non soffrire.
La fede è una domanda che nasce da noi stessi, e rimane “domanda” anche quando siamo tentati di inventarci una risposta.
La fede è una domanda che espone ad un rischio:

“sulla superficie del deserto vi era una cosa minuta e granulosa,
minuta come è la brina sulla terra.
Gli Israeliti la videro e si dissero l’un l’altro: «Man hu: che cos’è?»,
perché non sapevano che cosa fosse.
Mosè disse loro: «È il pane che il Signore vi ha dato in cibo.

(Esodo 16,14-15)

Vai a fidarti!
Ma il popolo raccolse quel cibo e si nutrì della manna.
Dice il Talmud che la manna è sessanta volte più dolce del miele.