Giu 202011
 

Bruce Springsteen – Tunnel of love (1987)

“L’uomo grasso seduto su un piccolo sgabello

prende i soldi dalla mia mano

mentre i suoi occhi ti squadrano da capo a piedi

mi porge due biglietti sorride e sussurra “buona fortuna”

tieniti forte angelo mio stringiti a me passerotto

ci faremo un giro in questo tunnel dell’amore piccola
Posso sentire la soffice seta della tua camicetta

e i dolci brividi nella nostra piccola casa stregata

poi le luci si spengono e restiamo solamente in tre

tu, io e tutte le cose di cui abbiamo paura

dobbiamo farci un giro piccola in questo tunnel dell’amore
C’è uno specchio magico che ci riflette entrambi in cinque dimensioni

io rido di te e tu di me

c’è una stanza degli spiriti che si fa così scura, ragazzi

è facile per due persone perdersi a vicenda in questo tunnel dell’amore
Dovrebbe essere naturale dovrebbe essere abbastanza semplice

un uomo incontra una donna e si innamorano

ma la casa è infestata dai fantasmi e il percorso diventa difficile

e tu devi imparare a convivere con quello

che non puoi sollevare sopra di te

se vuoi percorrere la strada che attraversa questo tunnel dell’amore”.

Il “tunnel dell’amore” prima di essere una metafora è un’attrazione da parco dei divertimenti che consiste in una corsa al buio su un trenino che attraversa scenari di paura! E allora perché chiamarlo tunnel dell’amore? Beh, forse perché se ci vai con una ragazza il buio e i fantasmi saranno un ottimo pretesto per stare un po’ più vicini! Insomma: per baciarsi è il massimo!

“And when I could, I gave that girl a hug, in the tunnel of love…”

(Beach Boys, Palisades Park)

Come sempre, ci pensano i poeti a scavare più a fondo.
E infatti Springsteen cammina anche qui ed entra nel tunnel dell’amore danzando sulle pennate di chitarra che svelano una metafora più pregnante: “dovrebbe essere abbastanza semplice: un uomo incontra una donna e i due si innamorano. Ma la casa è infestata di fantasmi”.
Stavolta i pretesti non c’entrano, perché quando le luci si spengono “restiamo solamente in tre tu, io e tutte le cose di cui abbiamo paura”.
Sono cose che non puoi semplicemente “sollevare sopra di te” e dunque devi farci i conti se vuoi attraversare il tunnel dell’amore. Ma di contro è anche vero l’opposto: è solo l’amore ciò di cui hai bisogno se vuoi attraversare il tunnel della paura, e cioè l’habitat originario dell’avventura di vivere, la sfida più importante che un uomo e una donna debbano mai affrontare.
La buona notizia le parole non la dicono; la raccontano invece le immagini: alla fine un cartello recita “non è un viaggio al buio” (this is not a dark ride). Il Boss va avanti; come sempre ancora cammina, e la canzone finisce così, con gli accordi sospesi sulle giostre, mentre le porte si aprono sulla quinta giusta di un’alba di speranza. Sogno americano, ma non per questo miraggio: Si può fare, “Yes, we can!”.

  One Response to “Il tunnel dell’amore”

  1. Interessante il testo di Bruce! Non l’avevo mai considerato per intero. Ho appena visto un film dove si mettono a tema alcune idee simili: è “L’albatros – Oltre la tempesta”; un film a tratti molto americano, ma dove le paure e il dolore aprono squarci di verità. E si afferma la stessa idea di fondo di questa canzone: prima o poi, con le tue paure, devi farci i conti. E’ che, insieme a un altro, all’inizio ci si illude che questi fantasmi scappino da soli: anzi, a volte ritornano (!), più giganteschi che mai. Il punto è che in due è quasi come essere da soli.
    Ma sono d’accordo con te: non c’è niente che unisca di più che accompagnarsi fuori dal tunnel…

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