Nov 022010
 

Ieri ho festeggiato “Tutti i Santi”. Ma chi sono questi santi?
Se non sto attento la mia immaginazione me li fa vedere tutti perfettini, bene in fila e dentro i ranghi, come gente che è finita sugli altari per insegnarci il galateo. Da questa idea dei santi nasce anche la convinzione che un cristiano debba essere sostanzialmente uno che “rispetta le regole”, con tutta la conseguente noia mortale.
Allora si capisce il famoso aneddoto di Mark Twain: “Scelgo il paradiso per il clima e l’inferno per la compagnia”. Dopotutto, se le cose stanno così, magari non hai nemmeno tutti i torti Mark!
Ma se i santi fossero tutt’altro?
Penso a Madre Teresa di Calcutta, che insegnava alle figlie dei ricchi inglesi e ad un certo punto ha lasciato il convento perchè quei muri erano troppo stretti.
O a San Filippo Neri che raccoglieva i ragazzi di strada e se li scorazzava dalla mattina alla sera, gettando al vento l’offerta di una comoda carriera! Per non parlare del grandissimo Francesco d’Assisi, che evidentemente considerava troppo normale essere un figlio di papà e così ha deciso di essere eccezionale, vivendo con i poveri e con i lebbrosi, trascinandosi dietro una schiera sconfinata di seguaci.
No, i santi non sono statuine benedicenti: non lo sono stati nella vita e sarebbe meglio evitare di rappresentarli in questo modo anche adesso che sono da un’altra parte! I santi non camminano: corrono. Loro non attraversano sulle strisce, perchè quando uno ama così forte, le regole non bastano più. I santi sono oltre. Altro che noia.

  2 Responses to “Loro non attraversano sulle strisce”

  1. Ciao,
    ho provato a cliccare qua e là … che bello!
    Sono d’accordo con te: i santi non camminano, corrono …
    … perche tengono fisso lo sguardo su Qualcuno!

    • Ho assistito ad una predica interessante in merito propio al giorno della fasta di tutti I santi; diceva che: “La festa di ognissanti è una festa democratica e che molti dei santi presenti sulla terra non sono contenuti nei giorni del calendario […]” la predica criticava anche l’atteggiamento di molte persone nel venerare i santi in modo distaccato come una qualche divinità da adorare magari sotto una campana di vetro . Mi sono lasciato provocare da queste frasi ritrovandomi molto anche in quello che ho letto in questo blog.
      Siamo tutti chiamati ad essere santi per vocazione…a vivere in modo speciale, ad amare il prossimo.

      Quello che mi spiazza e che non mi so spiegare dei “Santi” sono i Miracoli e la loro forte sensibilità nei confronti della parola del Vangelo, penso che santi non ci si diventa, Santi si nasce…Santi è qualcosa che arriva dall’alto e questo va un po’ in conflitto con quanto ascoltato e scritto sopra.

      Penso a S. Francesco e alla sua visione rivoluzionaria del vivere nella chiesa del 1200, penso anche al suo modo di stare con i poveri, mi stordisce il fatto che riuscisse a mangiare pane e acqua per mesi o ad andare a piedi nudi anche d’inverno, mi spiazza che sia morto di stenti e malattie a poco più di 40anni…
      In queste persone sante la dimensione umana e divina si fondono insieme dandoci l’esempio di come sia possibile concretamente vivere il vangelo nella vita di tutti i giorni. Vivere in modo “soprannaturale”!

      Quando mi capita di leggere o ascoltare il racconto della vita di un santo mi chiedo quali aspetti del vangelo hanno toccato la vita di quell’uomo e di quella donna?
      Il Vangelo quali corde ha pizzicato in quella persona muovendola a tali scelte di vita, quali bisogni ha raccolto, a quali domande ha risposto?…Cosa dice il vangelo a me?

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